In questa sezione del
sito inseriremo la immagini della vita, la storia, il rirovamento di Matta
particolari, come per esempio i prototipi, versioni speciali, i modelli
unici.
LA MATTA TELAIO *50002*
La Matta telaio
*50002* , il secondo prototipo AR51 prodotto, ha rivisto la luce ...
FOTO 1 sopra
Foto 2 di proprietà
dell'Archivio Storico Alfa Romeo , pubblicata per gentile concessione.
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2002
Anno Internazionale delle Montagne. Nell’ agosto di quell’anno
il nostro Registro organizza il più impegnativo raduno riservato
alle Matta, abbinato al grande trasporto postale “dal Monviso
alle Lavaredo”, al quale segue, dopo pochi giorni, l’
appendice “dal Triglav alle Lavaredo”.
Come si può leggere nella sezione “Raduni” del
nostro sito, in cinque giorni i partecipanti, partiti dalle sorgenti
del Po a Pian del Re, sotto il Monviso, attraversano le Alpi fino
a giungere al rifugio Auronzo, al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo.
Pochi giorni dopo, una delegazione di Mattisti sconfina in Slovenia
per completare il trasporto postale dal Triglav alle Lavaredo. In
tutto oltre 2000 km, tra andata, trasferimenti e ritorno a casa
……(hi-hi-hi! e c’è chi non viene ai nostri
raduni per paura di non farcela!).
Durante la tappa che passa per Como/Cantù,
l’ amico Cesare Spinardi, organizzatore di un bellissimo tratto
del raduno, ci dichiara di avere presso la sua officina una Matta
strana, con alcune parti differenti dalle altre AR 51 e con modifiche
sicuramente originali, non fatte da successivi proprietari, come
spesso accade. Pungolati ed incuriositi, immediatamente svolgiamo
un’ incursione stile “assalto dei Marines” a Oltrona
San Mamette, sede dell’ officina, che ci porta a scoprire
nientemeno che ……… la AR 51 telaio *50002*, motore
1307 - *00002*, ovvero il secondo dei cinque prototipi allestiti
nel 1951 dall’ Alfa Romeo!!! E chi se lo aspettava?
La vettura, come si vede dall’ unica foto scattata nell’
occasione (foto 1), era ancora parzialmente montata, malamente coperta
da un telo e seminascosta tra altri mezzi, quasi si vergognasse
delle sue condizioni.
Sono passati da allora oltre 10 anni, in tutto questo tempo periodicamente
abbiamo sondato il buon Cesare cercando di convincerlo a venderci
la 50002, vettura che “doveva” far parte della nostra
collezione, al fianco delle altre due sorelle …. prototipesse
già presenti , la 50001 e la 50003, ma niente!
Passano gli anni, dai e dai, alla
fine la goccia scava la roccia! Ed infatti la 50002 adesso è
tornata vicina agli altri due esemplari preserie, un po’ malconcia
in verità, cannibalizzata, malmessa, ma ancora salvabile.
Dopo l’ acquisto, è anche iniziata la ricerca di notizie
ed immagini d’epoca che ci potranno aiutare quando affronteremo
il suo restauro, oltre ad un esame accurato dei suoi particolari
e segreti.
Ed è così che, controllando la corrispondenza di alcuni
dettagli, unici ed inconfondibili, abbiamo la certezza che la nostra
AR 51 *50002* è proprio la Matta raffigurata assieme ad un’
altra (foto n.2, gentile concessione dell’ Archivio Storico
Alfa Romeo).
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Ma non basta: verificando
anche altri dettagli, siamo assolutamente certi anche del fatto
che questa vettura è la stessa che venne allestita, proseguendo
il suo “lavoro” di prototipo, con un grosso serbatoio
posteriore ed un avvolgi tubo ancorato ai longheroni anteriori
del telaio, come si vede nella foto tratta dal depliant pubblicitario
della AR 52 (foto 3), realizzato dall’ Alfa Romeo per illustrare
vari esempi di allestimenti da proporre ai clienti.
Il telaio e la carrozzeria
infatti portano ancora le modifiche realizzate proprio per questo
scopo, come si può vedere dalle foto 4 e 5. Inoltre, se
vi collegate al sito dell’Istituto Luce, digitando “Alfa
Romeo Matta” troverete un filmato sulla fiera agricola di
Verona del 1954, nel quale per qualche istante si vede la vettura
in mostra, descritta come “vettura antincendio“.
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Oggi la nostra
50002 è nelle condizioni che vedete nelle tre foto sottostanti
; sicuramente il lavoro di ripristino sarà duro, impegnativo e
certamente lungo, tuttavia l'unicità dell’esemplare ci aiuterà
a compiere anche questa impresa......
LA MATTA DEL RAID ROMA
PECHINO DEL 1968
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Nel 1968 due Alfa Matta e quattro
Giulia Super affrontarono una massacrante maratona di oltre 27.000
km, partendo da Roma-Città del Vaticano, per arrivare dopo
alcuni mesi a Pechino, in Cina.
Le sei vetture attraversarono ben 24 Paesi e la spedizione, voluta
ed organizzata da Maner Lualdi per scopi benefici, venne denominata
"Raid della fratellanza e della pace". Sul nostro libro
questa avventura era già stata ricordata nel capitolo "Le
grandi imprese" ed è riportata alle pagine 60 e 61.
Le due Matta, sicuramente due esemplari alienati dall'Esercito
Italiano, vennero allestite come officine mobili, nelle quali
venne caricato un gran numero di ricambi per le Giulia e per le
Matta stesse, nonché tutte le attrezzature idonee ad effettuare
le eventuali riparazioni ai guasti ed alle rotture che si sarebbero
potuti verificare durante il lungo viaggio.
Vennero dotate di un tettuccio metallico, sembrerebbe quello dei
furgoni Romeo riadattato, non molto elegante per la verità,
ma idoneo per essere utilizzato, al suo interno, come supporto
per i ripiani e le scaffalature sulle quali riporre attrezzi e
ricambi.
Grazie alla segnalazione di un amico ... più "Campagnolo"
(!) che Mattista (stiamo cercando di riportarlo sulla retta via),
una delle due Matta di questa incredibile avventura ci è
stata recentemente segnalata e fotografata; speriamo di poterla
vedere quanto prima anche di persona, anche per verificarne il
numero di telaio.
Dalle immagini odierne si può vedere innanzi tutto la curiosa
apertura dei finestrini sopra porta, separati da questa ed incernierati
in alto, sul tettuccio, di modo che, a quanto pare, devono essere
tenuti sollevati per salire e scendere dalla vettura.
All'interno sono visibili armadietti e ripiani, reti metalliche
e cassetti, oltre a numerosi agganci per fissare i materiali trasportati.
Dalle foto nel vano motore, invece, si possono notare tubazioni
aggiuntive, quasi certamente quelle di un riscaldamento per l'
abitacolo, oltre ad un alternatore installato al posto della dinamo
originale.
Sotto ai brancardi delle porte, si possono notare due robusti
ripiani grigliati, saldati ai longheroni del telaio, nei quali
sono riposte cassette e taniche supplementari posizionate orizzontalmente.
La vettura appare ancora complessivamente in buone condizioni,
nonostante la dura e massacrante prova cui andò incontro
ben 41 anni fa e facilmente recuperabile con un modesto restauro
conservativo.
Da segnalare, infine, che di questa vettura venne riprodotto,
non molto tempo fa, un bel modellino visibile in foto.
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LA MATTA TELAIO *50001*
La Matta di Busso e Moroni
ai collaudi.
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Foto n.1
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Foto n.2
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"Dopo
aver effettuato numerosi collaudi con un prototipo derivato da una
Land Rover 80 sulla quale era stato montato un motore di serie della
1900 Berlina, i tecnici Alfa Romeo ai primi di ottobre del 1951
completano il primo esemplare preserie della Matta, che viene punzonato
con numero di telaio *50001* e sul quale viene installato il primo
motore della serie 1307, ovvero a carter secco, con numero di produzione
*00001*.
Con questa vettura si effettuano gli ultimi collaudi da parte dei
tecnici militari, alla fine dei quali la Matta viene omologata come
"Autovettura da Ricognizione 1951", in breve AR 51.
Vediamo infatti nella foto num.1 la
*50001* mentre passa sotto un ponticello percorrendo il greto di
un torrente. Sono visibili gli occhioni anteriori per l'aviolancio,
i parafanghi con un profilo molto avvolgente e la maniglia del cofano
di foggia diversa da quella definitiva. La vettura al termine delle
prove militari venne immatricolata come vettura di servizio della
stessa Alfa Romeo, adibita a veicolo per soccorso stradale ed assistenza
ai clienti. Nella foto num.2 la vediamo
infatti impegnata al rallye del Sestriere del 1956 pronta ad intervenire
al seguito delle vetture della casa del biscione. Passano gli anni,
la Matta *50001* continua il suo servizio come veicolo per soccorso
stradale presso una concessionaria di Imperia, dove rimane fino
al 1986. In quell'anno viene venduta ad un privato, il quale inconsapevolmente
le monta un roll bar e la usa per alcuni anni per divertirsi su
percorsi fuoristrada, fino a quando non si stanca e decide di metterla
in vendita, con un annuncio su una rivista specializzata. Siamo
nell'agosto del 1997, uno sfaccendato Enrico Checchinato è
in vacanza a Cortina, acquista il giornale e casualmente legge l'annuncio.
E' incuriosito, telefona, alcuni particolari detti dal venditore
gli fanno fare strane congetture, qualcosa non gli pare che quadri
ma la richiesta è alta, per cui decide di soprassedere e
rimanda tutto al termine delle vacanze. Passano un paio di mesi,
suo cognato Arrmando è dalle parti del venditore per motivi
di lavoro, si incarica di contattarlo per vedere se ha ancora la
vettura. Così è, la cifra si è ridotta, Armando
vede la vettura e si accorge che è una Matta speciale, ne
informa Enrico che a sua volta informa Franco. Nel giro di pochi
giorni i tre sono dalle parti di Imperia, verificano la vettura,
è confermato, si tratta del primo esemplare preserie, chiudono
la trattativa e salvano lo storico esemplare, che vediamo nelle
foto num. 3, 4 e 5."
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Foto num.3
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Foto num.4 |
foto
num.5 |
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LA MATTA TELAIO *50003*
La Matta di Coppi al Tour
de France 1952.
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Foto num.1
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Foto n.2
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Foto n.3
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"All'inizio del 1952, mentre
inizia la produzione della versione militare denominata AR 51,
l'Alfa Romeo pensa anche alla versione civile della sua fuoristrada,
che viene denominata AR 52 e che nel giro di un paio d'anni sarà
prodotta in soli 154 esemplari, oggi rarissimi. Viene così
approntata una vettura preserie della versione civile, derivata
dalla militare ma dotata di alcune importanti modifiche alla carrozzeria.
Questo prototipo viene punzonato col numero *50003* ed è
equipaggiato col motore *00003* della serie 1307. Meccanicamente
è identica alla versione militare, ma presenta una importante
differenza nella carrozzeria: infatti ha il portellino posteriore
apribile, contrariamente all versione AR 51, e sui fianchi ha
un numero maggiore di attacchi per la corda del telone in quanto
la centina ha tre archi al posto di due soli. I parafanghi anteriori
sono molto avvolgenti, del tutto analoghi a quelli della vettura
*50001*, ovvero la preserie della versione AR 51.
Per effettuarne un buon collaudo c'è una interessante opportunità
: il Tour de France, la classica corsa di ciclismo. La squadra
italiana, è capitanata dal grande Fausto Coppi ed a lui
l'Alfa Romeo affida come vettura ammiraglia la Matta AR 52 *50003*.
Su questa siederà il Direttore sportivo Alfredo Binda,
con un meccanico ed alcune biciclette di scorta, come si vede
nella foto num.1.
Coppi come sappiamo compie la grande impresa di vincere nello
stesso anno la corsa francese dopo aver vinto anche il Giro d'Italia,
dimostrando al mondo la sua grande classe.
Al termine della corsa francese la Matta *50003* viene intestata
alla stessa Alfa Romeo, per poi essere venduta ad una ditta di
Pescara. Di qui in poi subirà una serie infinita di passaggi
di mano e di provincia, per arrivare nel 1971 a Ravenna, presso
un privato che la utilizza come veicolo per il tempo libero. Passano
altri 30 anni, la vettura viene segnalata a Franco, che informa
Enrico. Come al solito i due partono per farne una perizia, non
essendo certi che si tratti di un esemplare originale. La vettura
zoppica, il motore ha bisogno di una profonda e completa revisione
come anche il cambio ed i freni, ma tutto sommato sì, è
da inserire nella collezione che hanno in comune. Nelle foto
num. 2 e 3 si può vedere la vettura ai giorni nostri;
nella foto 4 una foto d'epoca del
Tour de France 1952 tratta da un giornalino, nelle foto
5 e 6 la soddisfazione il giorno del ritiro."
Più sotto potete ammirare
la Matta 50003 dopo il restauro effettuato nel corso del 2006
in previsione dell'esposizione della vettura nello stand del Club
AlfaSpecial alla Mostra Auto d'Epoca di Padova, svoltasi nel padiglionr
fieristico nei giorni 27 - 29 ottobre.
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Alcune
viste della vettura a restauro concluso. Come potrà confermare
Franco, che ha sopportato il peso maggiore del restauro, si è
trattato di un'impresa faticosa che però ha dato dei buoni
frutti. Voi cosa ne pensate? |
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L'impareggiabile cuore
della Matta. Il cuore Alfista! |
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LA MATTA TELAIO *00003*
La Matta del Conte Leonardo
Bonzi.
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foto originale dall'archivio
della famiglia Bonzi: la Matta *00003* con alla guida il Conte Leonardo,
mentre attraversa le paludi del Mato Grosso nel 1952. |
Nel
1952 il Conte Leonardo Bonzi di Milano, produttore cinematografico
ed esploratore, realizzò un bellissimo documentario sul Continente
Sudamericano dal titolo "Magia Verde", che venne premiato
ai festival del cinema di Berlino e di Cannes dell'anno successivo.
Come mezzo di trasporto per le attrezzature utilizzò due
Alfa Matta versione AR 51, telaio *00002* e 00003* a lui intestate,
abbinate ciascuna ad un rimorchio tipo biga da 6 quintali di portata
complessiva, con le quali aprì una nuova via di comunicazione
dall' Oceano Atlantico al Pacifico, compiendo una spedizione di
oltre 7.000 km in quattro mesi. Gli equipaggi erano composti dal
Conte Bonzi sulla vettura *00003* assieme al direttore della fotografia
Mario Craveri, e dal regista Gian Gaspare Napolitano affiancato
dall'operatore Giovanni Raffaldi sulla Matta *00002*.
Equipaggi e vetture dovettero affrontare una prova molto dura, negli
ambienti più diversi, dalle piste immerse nella savana alle
mulattiere sassose, dalle paludi del Mato Grosso ai valichi gelidi
delle Ande, alternando alcuni giorni di sosta per effettuare le
riprese a lunghi trasferimenti pieni di difficoltà. Unica
assistenza per il primo tratto, l'appoggio aereo di un piccolo monomotore
che settimanalmente portava rifornimento di viveri e quanto necessario
agli esploratori, fino a quando le alte cime delle Ande non gli
impedirono di seguire la spedizione. Le vetture superarono senza
problemi la lunga e dura impresa, fino al termine delle riprese
e del percorso previsto.
Terminata la traversata, le due Matta furono rimpatriate via nave
in Italia. La *00002* rimase per un anno ancora di proprietà
del Conte, per poi essere intestata alla sua casa cinematografica,
la Astra Cinematografica di Roma, che per alcuni anni la utilizzò
molto probabilmente come veicolo tuttofare fino a quando venne venduta
a privati; di qui in poi passò di mano in mano fino ad andare
dispersa.
La Matta *00003* subito dopo il rientro venne invece ceduta dal
conte Bonzi ad un convento di frati nella zona di Vicenza, probabilmente
in beneficienza, dove rimase per molti decenni, fino a quando i
frati non decisero di disfarsene portandola ad un demolitore nella
zona di Mestre. Qui venne salvata in tempo da un fortunato collezionista
ed oggi si ritrova nella zona di Modena ancora in discrete condizioni
e perfettamente marciante.
Qui sotto la matta *00003* oggi. Notare la presenza ancora della
borsa portadocumenti applicata all'interno della portiera sinistra.
La targa VI 24982 è la stessa che le fu assegnata quando
venne intestata al convento di frati a Vicenza.
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La Matta ex Bonzi: che emozione salirci
e toccarla . . . |
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